Con l’espressione architettura di marca (in inglese brand architecture) si indica l’organizzazione del portfolio di marchi detenuti da una stessa impresa, ciascuno dei quali con un ruolo, un target e degli obiettivi specifici, considerando anche le relazioni dei marchi fra loro e di essi con il brand principale. Capita spesso, infatti, soprattutto nelle realtà economiche di maggiori dimensioni, che un brand acquisisca altre compagnie operanti nel suo settore merceologico, per controllare la concorrenza o per ampliare il proprio mercato; oppure che si espanda in altre zone di mercato per diversificare la propria offerta economica. A un marchio originale, dunque, se ne aggiungono altri che ad esso in qualche modo sottostanno.
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Chi è cresciuto negli anni Ottanta e Novanta era abituato a un tipo molto determinato di fruizione televisiva: i palinsesti delle televisioni sia di stato che private erano organizzati in modo da accompagnare bambini e ragazzi prima e dopo i compiti, tendenzialmente dal rientro da scuola fino alle 14 e poi dopo le 16. La tv dei ragazzi offriva spazi in qualche modo ben definiti e rituali che scandivano la giornata dei più giovani e, di conseguenza, la loro esposizione a un certo tipo di pubblicità ben definita.
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Continua su DM&P Blog una serie di approfondimenti legati ai processi mentali e alla strategie di marketing. Qui la prima puntata.
leggi tuttoSe sei uno dei marchi più globalizzati al mondo, anzi che della globalizzazione è uno dei simboli più significativi, la gestione di una campagna di comunicazione avviene per forza di cose su larghissima scala: lo sa bene Coca Cola che, però, negli ultimi tempi ha faticato a trovare idee che si agganciassero in modo efficace e innovativo al pubblico. Perché la nostra sta diventando un’epoca di estrema personalizzazione, in cui le tecniche di marketing devono concentrarsi sempre più a costruire proposte su misura per il consumatore.
leggi tuttoI grandi successi, soprattutto se riguardano fenomeni di massa, si sa, sono destinati ad affrontare anche una parabola discendente. Da anni, ad esempio, periodicamente si sente parlare di una crisi di Facebook. Spesso sono solo titoli esagerati frutto di semplificazioni giornalistiche, ma qualcosa di vero in queste considerazioni ci sono: il social network fondato nel 2004 dallo studente scapestrato Mark Zuckerberg, che ha raggiunto in pochi anni un bacino di oltre un miliardo di utenti e un fatturato di più di 5 miliardi di dollari, sembra per certi versi un gigante dai piedi di argilla.
leggi tuttoEra un ritorno molto atteso quello di Carosello Reloaded l’altra sera in prima serata su RaiUno. Dopo 35 anni di assenza è ripartito lo spazio pubblicitario che aveva incantato generazioni di italiani e che ora è riproposto subito prima del programma di prime time della rete ammiraglia: quattro spot più lunghi rispetto ai formati tradizionali e di grande pregio dal punto di vista della cornice e della possibilità di attirare l'attenzione del pubblico.
leggi tuttoLa comunicazione pubblicitaria è finalizzata a influenzare, in un modo o nell’altro, i comportamenti del consumatore. Tutto ciò avviene però, a livello molto complesso e stratificato, proprio nella mente del ricevente del messaggio. Solo quando il consumatore avrà introiettato e dunque “digerito” ciò che la pubblicità vuole comunicare si potranno avere delle influenze sul suo modo di agire e di acquistare. Dunque la comunicazione deve anche contribuire a formare o rimodellare modalità di pensiero.
leggi tuttoSe ne parlava da tempo come una delle novità proposte per impreziosire e rendere più appetibile l’offerta della concessionaria pubblicitaria della televisione di stato, la Sipra (in futuro Rai Pubblicità), e dopo alcune incertezze e slittamenti ecco arrivato il debutto per Carosello Reloaded, la versione rivista e ammodernata dello storico contenitore pubblicitario. Partono su Rai1 il 6 maggio alle 21.10 (in replica il giorno successivo alle 18.55) i tre minuti e mezzo di questa rinnovata fascia di programmazione che metterà a disposizione degli investitori tre spot da settanta secondi, di grande pregio sia dal punto di vista del contenuto che del pubblico.
leggi tuttoMai come in questi anni abbiamo assistito a uno sviluppo senza precedenti del numero di comunicazioni che avvengono online; gran parte di esse, poi, sono di tipo commerciale. Il problema di una proliferazione così vasta di contenuti è che molto spesso le informazioni che riceviamo non sono sempre limpide e trasparenti, soprattutto se si tratta di pubblicità: messaggi non chiaramente riconoscibili come pubblicità, banner ambigui ed eccessivamente invasivi, mancanza di informazioni o notizie non veritiere, condizioni e prezzi non chiari ecc.
leggi tuttoPoche persone ammettono di essere influenzate da uno spazio pubblicitario; o meglio poche persone sono totalmente consce di essere influenzate da quegli spazi. In realtà tutti gli elementi che compongono una pubblicità contribuiscono a creare un effetto sul destinatario. Oltre alla parte visuale o estetica, di grande importanza è anche la parte testuale, ovvero le parole usate per veicolare il messaggio pubblicitario. A differenza del payoff, che è una frase costantemente associata a un determinato brand in quanto ne sintetizza i valori e la filosofia, molto rilevante e distintivo è, in ciascuna campagna, il claim.
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