La forza delle donne

Scritto da Paolo Armelli

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Fra mimose e cioccolatini oggi si festeggia la Giornata Internazionale della Donna, un occasione in più (anche se bisognerebbe farlo sempre) per interrogarsi sul ruolo e l’importanza del sesso femminile nella società. Un ruolo, quello delle donne, che sta assumendo sempre più rilevanza anche nel mondo di Internet. Il web ci dà anche una risposta quasi definitiva sull’origine stessa della ricorrenza: a quanto dice Wikipedia, il famoso incendio di un fabbrica di operaie a New York nel 1908 (o 1911) non c’entrerebbe nulla, anzi sarebbe accaduto addirittura il 25 febbraio; più probabile che la data sia stata scelta per via di una enorme mobilitazione di donne russe contro la Prima Guerra Mondiale, avvenuta proprio l’8 marzo 1917.

Leggende e motivazioni a parte, la donna rimane un elemento centrale e questa giornata ci aiuta spesso a sottolinearlo. Internet, come si diceva, è uno di quegli ambiti in cui si stanno ritagliano un spazio sempre più consistente: il 60% delle donne italiane, ad esempio, è online, e il 45% di esse è attiva sui social network. Proprio nei siti sociali le donne sono fra le più interattive: l’utenza femminile rappresenta il 64% del pubblico di Twitter, il 58% di quello di Facebook, perfino l’82% di Pinterest (ad essere a predominanza maschile sono invece Google+ e LinkedIn, dove le donne sono rispettivamente il 29% e il 37%). Molto forte ovviamente è anche lo shopping online, e a riguardo basta citare che il 60% dei coupon distribuiti da Groupon è acquistato da donne. In generale, comunque, le navigatrici sono più attive, più partecipative, più attente alle regole della privacy e più sperimentatrici di nuove esperienze online rispetto ai navigatori. L’informazione online è molto richiesta dal pubblico femminile, che alimenta soprattutto i settori medicofarmaceutici, del beauty, della moda e della cucina.

Ma se il web sembra un mondo dorato per le donne, la realtà là fuori appare piuttosto diversa, innanzitutto per il permanere ostinato di odiosi stereotipi. Secondo una recente ricerca di AstraRicerche per Camomilla Milano il 77% degli intervistati di ambo i sessi considera la gestione della casa un’attività che deve essere esclusivo appannaggio delle donne, così come per il 50% lo è la gestione dei figli; viceversa, il 36% è ancora convinto che lavoro e carriera debbano essere invece un’esclusiva maschile. I dati pubblicati quest’anno dall’Eurostat su commissione del Parlamento Europeo, poi, confermano una realtà, soprattutto lavorativa, distorta: nonostante il 60% delle donne sia laureato rispetto al 40% degli uomini, a ricoprire ruoli importanti come quelli di CEO sono solo il 2,4% delle donne contro il 97,4% degli uomini; i salari medi annui poi dimostrano un divario notevole, con una media di 34mila euro per gli uomini contro i 26mila euro delle donne.

Se non bastassero le discrimazioni sociali, le donne sono spesso vittime di crimini ignobili e indicibili: in Italia solo nel 2012 124 donne sono state uccise da un compagno, un marito o un famigliare. Ma ecco che qui torna prepotentemente il ruolo di Internet, non più come luogo di svago, intrattenimento e acquisto, ma come arma importantissima di emancipazione e riscatto. Basta pensare all’enorme mobilitazione di One Billion Rising, culminata lo scorso 14 febbraio: milioni e milioni di donne da tutto il mondo si sono riunite attraverso i mezzi online, hanno condiviso esperienze e soprattutto hanno messo in atto un rituale collettivo (una coreografia uguale in tutti gli angoli del pianeta) volto a riaffermare la forza dell’universo femminile e l’importanza della lotta contro le violenze, gli abusi e le discrimanazioni. O, ancora, proprio in questi giorni Unicef sta sfruttando la viralità dei social network per promuovere la sua campagna #8marzodellebambine, per sensibilizzare sulle problematiche sociali ed economiche che a tutt’oggi ostacolano il pieno, equilibrato e paritario sviluppo delle bimbe di tutto il mondo. Perché le piccole donne di oggi saranno il motore della società di domani.

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