Era un ritorno molto atteso quello di Carosello Reloaded l’altra sera in prima serata su RaiUno. Dopo 35 anni di assenza è ripartito lo spazio pubblicitario che aveva incantato generazioni di italiani e che ora è riproposto subito prima del programma di prime time della rete ammiraglia: quattro spot più lunghi rispetto ai formati tradizionali e di grande pregio dal punto di vista della cornice e della possibilità di attirare l'attenzione del pubblico.
Di sicuro questa nuova edizione di Carosello, almeno nella prima puntata, è stata molto soddisfacente dal punto di vista quantitativo: lunedì 6 maggio la versione Reloaded ha fatto quasi il doppio degli ascolti del normale break pubblicitario collocato in quella fascia oraria e soprattutto ha raddoppiato gli ascolti rispetto al programma del preserale di RaiUno, Affari Tuoi, raggiungendo una media di share del 35,6% (complice anche l’attesa per la successiva ultima puntata del Commissario Montalbano, la più vista di sempre).
Il problema, però, sono state le reazioni critiche sulla qualità del remake e soprattutto sugli spot proposti. Critiche che sono arrivate soprattutto dai social network, sebbene uno degli intenti principali di Rai Pubblicità in questa riproposizione era proprio quello di accattivarsi un pubblico medio-giovane e in particolare quello attento all’interazione coi nuovi media. L’impressione generale è stata invece quella di un’occasione sprecata, di un tentativo di svecchiamento appena accennato, se si pensa in special modo alle potenzialità che uno spazio del genere poteva avere per proporre inserzioni articolate e creativamente innovative.
La ventata di novità non è certo quella che si sono visti di fronte i telespettatori quando, dopo la sigla storica, riarrangiata e suonata dall’Orchestra della Rai, è apparso il primo spazio targato Nutella che ha riproposto prima una vecchia réclame (ridigitalizzata, bisogna ammetterlo) con protagonista Jo Condor, per poi montarci subito dopo un loro spot già utilizzato in passato, quello con la voce di Pavarotti. Non di meglio hanno fatto i successivi Wind e Conad, che si sono limitati ad allungare leggermente i loro advert già in onda per coprire lo spazio a disposizione (di solito 70 secondi a testa). L’unica a salvarsi in questo contesto è stata Eni che, proseguendo nella sua campagna che prevede la realizzazione di cortometraggi animati affidati a grandi nomi artistici, ha proposto una narrazione con un preciso taglio fiabesco. Alla storia del Cane a Sei Zampe e della lucertola Pina è seguita, il giorno successivo, quella del gabbiano Egidio; Eni è stata peraltro l’unica a proporre uno spot diverso e inedito anche nella seconda puntata, invece che una semplice replica (Nutella ha variato leggermente ma riproponendo sempre spot vintage).
Repliche di spot già visti, allungamenti per stare negli spazi più ampi, mancanza di vera narrazione e di storytelling: per ora Carosello Reloaded sembra patire di questi grandi difetti. C’è da dire che riproporre uno spazio pubblicitario del genere significa anche dare la possibilità agli inserzionisti di adeguarsi con pazienza e lavoro a un nuovo stile comunicativo, e fare un bilancio di questa esperienza comunque dagli intenti promettenti è ancora prematuro (la sperimentazione durerà fino a luglio). Solo valorizzando però le qualità di storytelling e creatività si può arrivare a raggiungere obiettivi soddisfacenti, puntando comunque a creare pubblicità pensate ad hoc per questo spazio, un po’ come accade in America per il Super Bowl. E per avere un po’ di consigli, i pubblicitari possono tranquillamente rivolgersi a Twitter e seguire i commenti con l’hashtag #carosello: solo così sarà veramente Reloaded.
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