Negli ultimi giorni, a nessuno di voi sarà sfuggita la notizia della nascita del futuro erede al trono del Regno Unito, figlio dei Duchi di Cambridge William e Kate. Durante tutto il periodo di gravidanza i media nelle loro svariate declinazioni - televisione, giornali, radio, web, social network - hanno cercato, come si conviene nei casi in cui temi di politica si mescolano con il puro gossip, di tenerci costantemente aggiornati su ogni sorta di novità che potesse profilarsi all’orizzonte, fosse questa davvero rilevante o meno.
Un elemento che ha giocato un ruolo fondamentale nel distinguere quella del Principe George Alexander Louis da altre nascite reali del passato è sicuramente l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni che ha permesso lo sviluppo dei social media, della condivisione online e della comunicazione immediata, in tempo reale. Ma questa immediatezza non è certo rimasta prerogativa degli organi di informazione; ad annunciare la venuta al mondo di chi - possiamo affermare - sarà il bambino più seguito dell’anno ci hanno pensato anche molti operatori del settore del marketing: il marketing in tempo reale (o Real Time Marketing) è una strategia strettamente legata alla natura dei social network ed in rapida crescita, la quale sfrutta un evento mediatico per farsi pubblicità.
Perché una strategia sia davvero di real time marketing, le regole da seguire sono semplici: scegliere l’evento giusto, rivolgersi al pubblico giusto e farlo al momento giusto. Non sono rari i casi in cui la scelta da parte di un’azienda di un fatto di cronaca non proprio lieto ha portato alla reazione indignata degli utenti, che hanno accusato il marchio di cattivo gusto e insensibilità. Come è successo ad American Apparel, che ha approfittato dell’uragano Sandy per promuovere tre giorni di saldi; ovviamente le critiche feroci non si sono fatte attendere.
Nel caso del royal baby, aziende e marchi importanti, come già successo in altre occasioni recenti, hanno deciso di festeggiare il nuovo arrivato a modo loro, a volte umoristico a volte sentimentale, mirando ovviamente ad un ritorno di immagine ed ottenendo risultati diversi. Vediamone alcuni.
Una delle idee più riuscite è forse quella di Pampers, che ha twittato un video che sottolinea come agli occhi di un genitore ogni bambino sia un piccolo principe o principessa. Il messaggio è efficace, in quanto non si ferma all’evento in sé, ma lo sfrutta per coinvolgere il pubblico a inviare le foto dei propri figli.
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Un altro esempio viene dalla multinazionale della bibita più bevuta al mondo. L’arrivo del principe viene qui vissuto come motivo di festeggiamenti e, sulla scia della campagna attuale, siamo invitati a condividere una Coca Cola con William e Kate.
Ulteriore associazione tra prodotto pubblicizzato e nascita del futuro sovrano è offerta da Domino’s Pizza, che pubblica la foto di una tutina per neonati con il proprio logo e il payoff “Un’altra grande consegna” (dall'inglese delivery, che sta sia per parto che per consegna).
Questi sono solo tre esempi della fantasia dei creativi scatenatasi in rete. Naturalmente, non tutte le idee hanno sortito l’effetto sperato; dall’eterogeneità dei messaggi e delle reazioni suscitate è comunque possibile individuare un comune denominatore, da cui estrapolare un’ulteriore regola da aggiungere a quelle già citate. A riscuotere maggiore successo pare siano stati i tweet di aziende più o meno legate al mondo della maternità e dell’infanzia e, viceversa, a non incontrare l’apprezzamento del pubblico sono stati principalmente quei marchi che non hanno nulla a che fare con questo settore.
Si potrebbe dunque dedurre che, perché un’operazione di real time marketing risulti vincente, non basta essere rapidi, puntuali e di buon gusto (ovvero attenti alle sensibilità altrui), ma anche pertinenti.