Su Facebook arrivano gli spot come in TV

Scritto da Delmonte

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Ogni nuova invenzione che si rispetti prevede il suo affermarsi sulla scena e il suo tentativo di spodestare chi, la scena, la dominava fino a quel momento. Questa regola vale anche per i social media che, nella nascita e nella crescita, hanno minato all’esistenza dello strumento che esercitava un dominio incontrastato nella comunicazione di massa, ovvero la televisione. Ad eccezione di qualche sporadico episodio collaborazionista, il rapporto tra social network e TV è sempre stato conflittuale e ha visto come principale oggetto del contendere l’attenzione del pubblico, specialmente da un punto di vista pubblicitario.

Secondo Bloomberg, della partita in atto, l’ultimo punto in ordine cronologico pare essere stato assegnato ai nuovi arrivati, più precisamente al social network per antonomasia, Facebook; si tratta tuttavia di ipotesi, in quanto, sebbene i rumours negli ultimi giorni abbiano acquistato una certa consistenza, non sono ancora stati confermati dal colosso di Menlo Park.

Le indiscrezioni in questione riguardano la decisione del gruppo di permettere ai grandi marchi l’inserzione di spot pubblicitari della durata di 15 secondi sul social network a partire dal prossimo autunno. Tale novità rappresenterebbe un duro colpo per la televisione, in quanto si troverebbe a non essere più depositaria unica di questo formato pubblicitario.

La scelta dello stesso formato e della stessa durata (che poi è anche la durata massima dei video su Instagram) incentiva i futuri inserzionisti, che non si vedono costretti a riadattare i contenuti proposti per la nuova piattaforma, a caricare i propri spot nella fascia oraria di primetime, durante la quale - come ha dichiarato la Chief Operating Officer Sheryl Sandberg - ogni sera un numero di persone compreso tra gli 88 e i 100 milioni si connette alla propria pagina Facebook mentre si trova davanti alla TV. Questa forma di quotidianità è confermata anche dal fatto che nel secondo trimestre del 2013 il 61% degli utenti ha controllato la propria pagina tutti i giorni. Inoltre, secondo uno studio pubblicato da Nielsen e commissionato da Facebook, la penetrazione che quest’ultimo ha sugli utenti di età compresa tra i 25 e i 34 anni eguaglia o supera quella dei quattro maggiori network televisivi americani.

Oltre ad essere una grande fonte di guadagno per la società di Zuckerberg, lo spot social rappresenta un’ottima opportunità anche per le aziende dato che, una volta caricato sul social network, questo può potenzialmente attingere ad un bacino di 1,15 miliardi di spettatori. Ovviamente, d’altro canto, la possibilità di godere di un’audience sconfinata ha il suo prezzo: ogni spot costerà all’inserzionista tra 1 e 2,5 milioni di dollari al giorno; come termine di paragone, basti pensare che la messa in onda di uno spot di 30 secondi durante il Superbowl - ogni anno l’evento mediatico più seguito negli Stati Uniti - costa mediamente intorno ai 3,5 milioni di dollari.

Contento Mark Zuckerberg e il suo gruppo, contente le aziende, contenti i pubblicitari, forse gli unici scontenti saranno gli utenti, che si vedranno per l’ennesima volta invasi da messaggi indesiderati. Tra le voci di corridoio, però, si afferma che gli spot visualizzabili da ogni utente durante una giornata non saranno più di tre o quattro, quindi il tempo rubato al consumatore non supererà il minuto; un tempo che non dovrebbe far desistere l’utente a utilizzare il social network più amato.

Un mercato dunque che si espande e si evolve senza esclusione di colpi; colpi che, per il momento, sembrano inferti principalmente alla TV tradizionale. Ad ogni modo, finora, dalla portavoce di Facebook Elisabeth Diana, nessun commento è stato rilasciato relativamente i prossimi piani pubblicitari del gruppo.

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