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La pianificazione multicanale in 4 mosse

Immaginate il destinatario ideale a cui rivolgere, nel modo più efficace possibile, la vostra comunicazione aziendale: le sue abitudini, le sue azioni, la sua giornata tipo. Ipoteticamente si sveglia la mattina presto, sfoglia il giornale o la rassegna stampa facendo colazione. Poi prende l’auto e mentre si dirige al lavoro ascolta la radio. Una volta in ufficio controlla continuamente le sue mail e, fra una pausa di lavoro e l’altra, naviga su svariati siti. In pausa pranzo, mentre va a pranzo vede un’affissione alla fermata del bus vicino al ristorante e, in attesa del proprio cibo, legge gli aggiornamenti e le news sul suo smartphone. Una volta a casa, dopo cena guarda la tv con la famiglia mentre interagisce coi social network.

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Logo: come progettarlo in 7 mosse

Qual è l’elemento con cui un’azienda può offrire una prima rappresentazione di sé e tramite cui può veicolare sinteticamente il proprio messaggio? Ovviamente, il logo. Non si tratta solo di un simbolo da apporre sui biglietti da visita e sui blocknotes aziendali, ma costituisce l’espressione dell’identità stessa dell’azienda e della sua mission. Ma come essere sicuri che il nostro logo rispetti questi requisiti? O meglio, come si progetta un logo simile? Abbiamo suddiviso il processo creativo in 7 passaggi fondamentali.

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Pesce d'Aprile 2014: le migliori pubblicità

Notato nulla di strano? Le notizie curiose sui quotidiani di oggi sono particolarmente abbondanti? Per chi se ne fosse dimenticato, oggi è il primo di aprile, giorno che il mondo dedica agli scherzi di qualsiasi genere.

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Ads Worth Spreading: le pubblicità premiate da TED

Per il post di oggi prendiamo spunto dal sito di TED, organizzazione no-profit che si dedica alla selezione e condivisione di idee ritenute utili e meritevoli di essere appunto diffuse in rete a livello globale.

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Il punto di incontro tra marketing online e offline

Siamo da sempre abituati a ragionare per categorie e, sempre in modo automatico, tendiamo a considerare due categorie, perché distinte, pure opposte. Per esempio, siamo soliti considerare negozi fisici e e-commerce come realtà appartenenti a settori distinti e collocabili sui lati opposti della barricata.

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Come scrivere un payoff in 5 mosse

Perché un brand si guadagni un posto nella memoria di ogni singolo cliente e nell’immaginario collettivo del grande pubblico, nella maggior parte dei casi, il nome non basta. È necessario dare un volto e un’identità all’azienda in modo che questa sia immediatamente identificabile da parte dell’individuo e distinguibile dalla miriade di altre imprese che invadono la nostra vita quotidiana. Nella costruzione di questa brand identity concorrono vari fattori, i più importanti dei quali, senza dubbio sono il logo, cioè l’immagine o il simbolo che può rappresentare e sostituire il nome del brand, e il payoff.

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Che cos'è la brand transparency

Pensate alla vita di uno studente di metà anni ‘90; ogni qualvolta avesse avuto bisogno di una qualche informazione, la ricerca seguiva sempre gli stessi passi: prima chiedeva ai genitori o agli amici, poi consultava un’enciclopedia, e infine si recava alla biblioteca comunale. E oggi? Oggi tutto è a portata di click: ogni giorno Google effettua per noi 2,5 miliardi di ricerche e ogni mese YouTube carica più video di quanti ne abbiano diffusi i tre principali network statunitensi negli ultimi sessanta anni.

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Marketing nostalgico e marketing new-stalgico

“Una volta era tutto più semplice”, “Ai miei tempi…”, “Se potessi tornare indietro”, “Si stava meglio quando si stava peggio”. Se chi sta leggendo ha raggiunto i trent’anni, avrà sicuramente pronunciato una di queste frasi almeno una volta nella vita, spinto da quel sentimento comunemente definito con il termine di nostalgia.

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Cos'è l'immagine coordinata

La prima impressione è quella che conta e anche l’occhio vuole la sua parte. Due affermazioni che nella vita quotidiana non sono altro che luoghi comuni - e banali - diventano regole da tenere bene a mente nel mondo della comunicazione e del marketing.

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Fusione tra Publicis e Omnicom: nasce il nuovo gigante dell'advertisement

Chi la giustifica sostenendo che l’unione faccia la forza, chi più scetticamente appoggia la teoria del “se non puoi batterli unisciti a loro”, fatto sta che la notizia della fusione tra le agenzie pubblicitarie Publicis e Omnicom Group (proprietarie di storici marchi come BBDO, Saatchi & Saatchi, DDB, Leo Burnett, TBWA, Ketchum, StarcomMediaVest, MSLGROUP, RAPP, Proximity, Rosetta, CDM, ZenithOptimedia e Goodby, Silverstein & Partners, e altri), prevista per l’inizio del 2014, scuote i mercati e preannuncia nuovi scenari futuri per il mondo dell’advertisement. Tanto clamore è dovuto all’importanza delle due società, francese la prima e americana la seconda, occupanti rispettivamente il terzo e il secondo gradino del podio in termini di grandezza e di fatturato e che, grazie alla loro unione, raggiungeranno il primo posto scavalcando così la diretta rivale britannica WPP.

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