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La nascita del Marketing Orchestration

Proviamo oggi ad esaminare più da vicino il concetto di marketing orchestration, termine introdotto dalla società Forrester, che ha elaborato il report intitolato appunto The Rise of Marketing Orchestration.

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I blog e i blogger in Italia

Wikipedia definisce il blog come un “sito web in cui i contenuti vengono visualizzati in forma anticronologica”. In effetti, tale concetto è contenuto nel nome stesso, che nasce dalla fusione e abbreviazione di due parole: web log, o diario in rete, appunto. I blog si distinguono dagli altri siti web per via della preponderanza dei contenuti testuali - spesso in forma di articolo di giornale o post - e la relativa semplicità di aggiornamento, la quale non richiede conoscenze tecniche specifiche. Le sue origini risalgono al 1997, anno che vide lo sviluppo da parte di Dave Winer del software necessario per la sua creazione e, successivamente, la pubblicazione del primo vero blog per mano di Jorn Barger, appassionato di caccia. Perché il trend giungesse fino in Italia si è dovuto attendere qualche anno, fino al 2001, quando hanno cominciato a comparire i primi server di gestione gratuita dei blog, tra cui Blogger, Wordpress, MySpace e Skyrock.

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L'importanza del payoff

Adidas: Impossible is nothing. McDonald’s: I’m loving it. Nokia: Connecting People. Dove c’è Barilla c’è casa.

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Come si legge sul web

Scrivere contenuti per il web significa anche tenere in considerazione che le abitudini di lettura sui mezzi online sono molto diverse da quelle su strumenti più tradizionali come la carta. Innanzitutto la lettura online è estremamente selettiva, veloce, scansionatrice.

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La strategia dei contenuti nell'era del seo

“Il web è morto”, affermava qualche anno fa Chris Anderson, ex direttore di Wired Us e uno dei primi esperti del fenomeno internet: si riferiva al fatto che oramai la nostra fruizione di contenuti online non avviene quasi più su un browser internet, ma molto più spesso attraverso applicazioni e sistemi di intermediazione. È anche vero che la nostra navigazione sul web si fa sempre più mediata: basta pensare al fatto che oramai raramente scriviamo un indirizzo sull’apposita barra del browser ma sempre più spesso ci affidiamo a Google per trovare dei risultati. I motori di ricerca sono sempre più la chiave per orientarsi sul web e per determinare il successo di un sito.
Semplificando si può dire che oggi come oggi internet è dominato dal SEO, ovvero da quel sistema di algoritmi che valuta una serie di criteri e classifica i contenuti di un sito: più è alto il ranking secondo il SEO, più  il sito comparirà in cima ai risultati di ricerca e dunque più visitatori attirerà. Ci sono diversi modi per ottimizzare le performance delle nostre pagine rispetto al SEO: utilizzare più volte le parole chiave su cui si basano i nostri contenuti; inserire numerosi link incrociati interni al sito; inserire didascalie nelle immagini; evitare di duplicare contenuti altrui ma produrre sempre qualcosa di originale ecc.

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Pubblicità che raccontano storie

 

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L'indice di leggibilità di un testo

Un buon comunicato stampa ha come finalità quella di veicolare nel modo più completo e convincente le informazioni relative a un personaggio, un prodotto, un evento o un’azienda. Proprio per questo dev’essere semplice, mirato ed efficace e lo stile di scrittura presentarsi diretto, immediato, sintetico e facilmente comprensibile.
Molti criteri stilistici con cui giudicare un testo sono spesso soggettivi, ma esistono anche strumenti di rilevazione che permettono di stabilire in modo affidabile la leggibilità di un testo. Per quanto riguarda la lingua italiana esiste l’Indice Gulpease, una formula messa a punto nel 1988 dal Gruppo Universitario Linguistico e Pedagogico, nato all’interno dell’Università di Roma sotto la supervisione di Maria Costa Corda e Tullio De Mauro.
Questo indice mette insieme due variabili linguistiche, la lunghezza delle parole utilizzate e la lunghezza delle frasi rispetto al numero di lettere (esistono anche altre formule di questo tipo, ma il Gulpease ha il vantaggio di utilizzare il conteggio delle lettere piuttosto che quello delle sillabe). Combinando questi dati nella formula seguente, è possibile ottenere un numero che quantifica la leggibilità del testo che abbiamo redatto:

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