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Barilla: marketing fail e giuste polemiche

di Paolo Armelli

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La differenza tra marketing e ideologia: il caso Barilla

"Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale [...] Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell’azienda [...] Va bene, se a loro [i gay] piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, altrimenti mangeranno un’altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti [...] Io rispetto tutti, facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole al matrimonio omosessuale, ma no all’adozione per una famiglia gay. Da padre di più figli credo sia molto complesso tirare su dei bambini in una coppia dello stesso sesso.”

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Quando la pubblicità è sessista

È stato spesso affermato che la pubblicità sia lo specchio della società in cui si vive e che ne rappresenti, pertanto, le idee e i valori più comunemente condivisi e diffusi. Se così fosse, analizzando attentamente i contenuti attualmente proposti da alcune campagne pubblicitarie, qualcuno potrebbe sollevare dei dubbi sulla direzione che la nostra società pare stia prendendo. In un periodo in cui una grave questione sociale quale il femminicidio e la violenza sulle donne riempie tristemente tutte le prime pagine dei giornali, una buona parte dell’opinione pubblica continua ad accettare la divulgazione di pubblicità che sviliscono la figura femminile e passano una serie di valori etichettabili come sessisti.

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La forza delle donne

Fra mimose e cioccolatini oggi si festeggia la Giornata Internazionale della Donna, un occasione in più (anche se bisognerebbe farlo sempre) per interrogarsi sul ruolo e l’importanza del sesso femminile nella società. Un ruolo, quello delle donne, che sta assumendo sempre più rilevanza anche nel mondo di Internet. Il web ci dà anche una risposta quasi definitiva sull’origine stessa della ricorrenza: a quanto dice Wikipedia, il famoso incendio di un fabbrica di operaie a New York nel 1908 (o 1911) non c’entrerebbe nulla, anzi sarebbe accaduto addirittura il 25 febbraio; più probabile che la data sia stata scelta per via di una enorme mobilitazione di donne russe contro la Prima Guerra Mondiale, avvenuta proprio l’8 marzo 1917.

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