Delmonte incontra Michelle Obama a Inbound 2017

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Delmonte incontra Michelle Obama a Inbound 2017

Anche oggi il sole splende caldissimo e nonostante sia fine settembre sembra una giornata estiva. I postumi della serata al Rosa Mexicano insieme a Brian Halligan, Dharmesh Shah più numerosissimi altri imprenditori o partner HubSpot iniziano a farsi sentire (abbiamo dormito circa 4 ore, senza contare gli effetti del jet lag!).
Il secondo giorno di Inbound 2017 si apre con un'esplosiva Michelle Obama: la coda per accedere all’evento si snoda a lungo all’esterno del palazzo ed i posti a sedere all’interno sono esauriti dall’alba. Questa edizione di Inbound ha battuto qualunque record di partecipazione e sarà a lungo ricordata come l’evento di maggior successo nel campo del digital e content marketing di nuova generazione.

Ma torniamo a Michelle Obama, l’eccitazione è palpabile in platea. Stiamo forse assistendo dal vivo al discorso di un futuro presidente degli Stati Uniti? Tanti ci credono.

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Michelle inizia a raccontare come ha affrontato il suo ruolo di First Lady e del periodo difficile che ha dovuto attraversare. Non è stata un passeggiata: sono quei tempi che, lei dice, poi ricorderai sempre come quelli che ti hanno formato e ti hanno permesso di diventare migliore.

Michelle è diventata First Lady quando aveva 40 anni, e prima aveva anche una sua vita, un lavoro e delle passioni che ha dovuto accantonare per cercare di fare un lavoro che formalmente non è riconosciuto, la First Lady. La moglie del presidente ha uno staff ridicolo ed è un lavoro che deve essere reinventato ogni giorno, sempre che tu non voglia esser solo un’immagine di contorno.

La transizione da persona comune a First Lady è radicale, tutto cambia e cambia da un giorno all’altro: non sei certo preparata! Oggi, dopo 9 anni, può finalmente fermarsi a riflettere e respirare. «Sto scrivendo un libro, ma per farlo mi faccio aiutare e devo dire che è come una terapia, mi permette di ragionare e ripercorrere momenti fondamentali. Ma sarà anche la storia dei miei figli che crescono, di come hanno fatto ad affrontare questo processo così radicale, da Chicago alla Casa Bianca.»

Michelle parla e si mostra con estrema modestia, il suo sorriso è caldo e rassicurante e l’empatia con il pubblico totale. Della Casa Bianca le mancano le persone, i suoi collaboratori. Della situazione politica attuale dice che il presidente è sempre il presidente, e come tale va rispettato. Tuttavia non può davvero comprendere come sia stato possibile che le donne statunitensi abbiano votato Trump, che abbiano votato contro il loro essere donne.

Molta attenzione è dedicata al rapporto tra media e giovani, a come insegnare loro a rapportarsi correttamente con media e social network. Per Michelle questa è un’esperienza maturata attraverso l’educazione dei propri figli, obbligati a fronteggiare l’assalto quotidiano di giornalisti, gente comune, fotografi, media di ogni genere: non potevano certo esimersi dall’affrontarli, ma nemmeno lasciarsi sopraffare.

L’intervento di Michelle termina sulle note dei Coldplay ed un lunghissimo applauso.

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